La separazione tra scimpanzé ed essere umano avvenne in Europa e non in Africa.

Scimpanzè e uomini

Il destino ha voluto che in meno di 24 ore le nostre certezze sulla genesi, provenienza e diffusione del genere umano siano andate distrutte.

Infatti, un articolo pubblicato il 22 maggio scorso su Plos One, una rivista scientifica ad accesso libero, ha provato che, diversamente da quanto finora ipotizzato, l’antenato comune degli uomini moderni non sarebbe partito dall’Africa per poi colonizzare il resto del pianeta ma che questi abbia avuto, invece, origine in Europa.

Grazie agli studi effettuati su un dente rinvenuto in Bulgaria e su una mandibola ritrovata in Grecia, compiuti per la prima volta attraverso una tomografia di ultima generazione ed altri avanzatissimi congegni, è stato possibile pervenire a nuove datazioni, le quali stimerebbero che i resti siano appartenuti al più antico ominide del mondo, il Graecopitecus Freybergi, vissuto oltre 7,2 milioni di anni fa. I nuovi strumenti, inoltre, hanno permesso di studiare il dente con grande accuratezza, consentendo agli studiosi di vederne le radici fuse. Il dente a radici fuse costituirebbe "una caratteristica dell'uomo moderno e di molti ominidi, tra cui l'Ardipithecus e l'Australopithecus", secondo la studiosa Madelaine Böhme, del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Tubinga, autrice dello studio. La scienziata sostiene, inoltre, che “mentre le grandi scimmie tipicamente hanno denti con due o tre radici divergenti, le radici del Graecopitecus invece convergono e sono parzialmente fuse, una caratteristica tipica degli uomini e dei primi pre-umani”.

Lo studio si conclude con alcune frasi molto forti, che supportano la tesi secondo la quale il “Graecopitecus precede di molte centinaia di migliaia di anni il più giovane candidato ominide Sahelanthropus, che occupava i tropici sub Sahariani dopo la sua prima desertificazione del Messiniano. […] I nostri risultati suggeriscono che la divisione tra uomo e scimmia preceda il Messiniano e che l’ultimo antenato comune tra uomo e scimpanzé abbia prosperato nella regione del Mediterraneo. [… ]. Le nostre conclusioni supportano il fatto che la maggiore diffusione di ominidi del Miocene si sia verificata fuori dall’Africa e sostiene l’ipotesi che la classe degli ominidi sia nata nel Mediterraneo orientale”.

Non è la prima volta che il dogma Out of Africa (letteralmente “Fuori dall’Africa”, a significare la diffusione dell’uomo da questo continente verso tutti gli altri) riceve una bordata di tali dimensioni anche se, in questo caso, la tecnica di analisi e i mezzi utilizzati lascerebbero poco spazio alle contestazioni. Già nel 2007 un team cinese aveva ipotizzato che l’origine umana fosse da ricercarsi nel continente euroasiatico ma l’intero mondo accademico sminuì quei risultati confinandoli nel limbo degli studi meritevoli di maggior approfondimento, cioè nel dimenticatoio.

Altrettanto scetticismo e ostracismo hanno investito lo studio dei professori tedeschi e bulgari che hanno osato pubblicare una tesi così sconcertante per gli aficionados del OOA. L’argomento più usato contro questi stimati studiosi è che i campioni utilizzati siano troppo pochi e ciò inficerebbe la bontà dei risultati ottenuti. Badate bene che questo è lo stesso argomento utilizzato contro gli studiosi dell’Università di Cagliari che hanno studiato i resti umani di Su Carroppu, determinando che gli abitanti della Sardegna del decimo millennio avanti Cristo non hanno alcuna parentela genetica con i Sardi attuali. Il che varrebbe ad affermare che i resti che supportano, invece, la teoria Out of Africa, siano migliaia. Cosa che, come tutti sappiamo, non è affatto vera.

Concludiamo con un semplice pensiero: dove non sono arrivate le scienze sociali sono arrivate la chimica, con le sue misurazioni al Carbonio 14 e gli schemi genomici, e la fisica, con lo studio delle particelle. Le reazioni scomposte di chi tende a considerare dei risultati scientifici alla stregua di mere opinioni non fanno bene al cammino verso la conoscenza. Henri Poincaré (1854-1913), uno dei più grandi fisico-matematici della storia, ebbe la bontà di dirci che: “Se una teoria ci ha fatto conoscere un rapporto vero, questo rapporto è definitivamente acquisito e lo si ritroverà, sotto un nuovo travestimento, nelle altre teorie che verranno successivamente”. E ancora: “La scienza ci rivela tra i fenomeni altri legami più tenui, ma non meno solidi; sono fili tanto delicati che sono rimasti a lungo inavvertiti ma, non appena li si è notati, non vi è più modo di non vederli”.

(Yoda - 10 agosto 2017)